Proverbio di Okinawa
Sono tanti i maestri che praticano ed insegnano entrambe queste arti e tutti le considerano estremamente affini, anzi molti le considerano inseparabili.
Sono come fratello e sorella, in loro scorre lo stesso "sangue" e non potranno mai essere divise totalmente. I principi racchiusi in una delle due si possono ritrovare nell'altra e i meccanismi che muovono entrambe sono simili e in alcuni casi identici.
Il termine giapponese Okinawa kobudō (沖縄古武道), viene tradotto come "L'antica via marziale di Okinawa" (ko = Antico, Bu = Marziale, do = Via) e si caratterizza per l'uso di un vasto numero di armi tradizionali, per lo più di origine contadina.
Gli strumenti del repertorio del Kobudo di Okinawa comprendono diverse tipologie di armi tra le quali bo, sai, nunchaku, tonfa, ecc...
E’ sicuramente l'arma principale del Kobudō di Okinawa.
Il materiale utilizzato è il legno di quercia rossa o bianca, di nespolo del Giappone, di areca e di "kuba" (tipo di palma), alberi solidi e flessibili, originari della zona subtropicale di cui anche Okinawa fa parte. La forma usata è tonda a sezione regolare o biconica, dove il centro del bastone è di circa 3 cm mentre le due estremità misurano circa 2,5 cm.
Ad Okinawa il Bo probabilmente ha avuto origine da un attrezzo chiamato Tenbin. Era un bastone tenuto sulle spalle a cui si possono appendere pesci o secchi d'acqua (uno per ogni estremità) per trasportarli.
Questo tridente in metallo ha una lunga storia; si trovano attrezzi simili in numerosi paesi del sud-est asiatico, in Cina, in India e Indonesia.
Si suppone che dei marinai di Sumatra o Java l'abbiano introdotto nell'arcipelago delle Ryukyu. Secondo un'altra teoria il Sai venne introdotto ad Okinawa da alcuni monaci cinesi cultori delle arti marziali.
Nell'isola di Okinawa alcuni sottufficiali di polizia chiamati Chikusaji portavano e utilizzavano questo strumento di autodifesa che poteva anche essere lanciato contro chi si opponeva all'arresto. Scopo del lancio era quello di atterrare il malvivente in fuga per poi raggiungerlo facilmente.
Come per la maggior parte delle armi del Kobudo, la sua origine è discussa. Alcuni dicono che abbia origini cinesi, altri sostengono che derivi dal morso per i cavalli; l'ipotesi più accreditata sembra quella che dice che fosse usato dai contadini per pestare il riso.
Il nunchaku è fatto da 2 bastoni, solitamente di legno duro, connessi con una corda, che in genere era un crine di coda di cavallo.
In origine il Tekko, che significa mano di ferro o metacarpo di ferro, era semplicemente una staffa da equitazione, la quale era prontamente disponibile ed era facile da trasformare in un efficacissimo tirapugni. Il Tekko è anche un'arma che può essere facilmente nascosta e trasportata.
Il Tonfa, come le altre armi del Kobudo, era usato come attrezzo agricolo prima di diventare un'arma. Era il manico della macina per preparare la farina dal riso che poteva facilmente essere rimosso.
Il Tinbe-Rochin è una combinazione di armi di una lancia corta (rochin) e uno scudo (tinbe).
Il tinbe può essere fatto di vari materiali, ma si trova comunemente in vite, canna, metallo o guscio di tartaruga. La dimensione è generalmente di circa 45 cm di lunghezza e 38 cm di larghezza.
La lunghezza del rochin è solitamente equivalente alla lunghezza dell'avambraccio e può essere di differenti tipologie.
Le tecniche tendono ad essere circolari per evitare un contatto eccessivo con lo scudo. La lancia corta viene utilizzata principalmente in un movimento lancinante verso l'alto, perforando l'armatura dell’avversario.
Il Kama è stata una delle prime armi che gli abitanti di Okinawa utilizzarono in seguito alla confisca delle armi tradizionali.
Era un attrezzo per tagliare le erbacce o raccogliere riso o canna da zucchero. Come arma era semplice ma molto affilata e letale. Ad ogni modo la sua struttura lo rendeva molto fragile se attaccato con duri colpi diretti alla lama. Per questo motivo l'arma fu riprogettata dando vita al natagama, che era più resistente in quanto la lama si estendeva anche oltre la curva del normale kama fino a entrare nel manico.
Questo rendeva la parte tagliente più grande e soprattutto si toglievano i punti deboli, come quello dove la falce era fissata al manico.
Questa tecnica si è sviluppata ad Okinawa per merito di un pescatore di Tsuken-jima chiamato Akachu che apprese le tecniche di Bo dal maestro Chikin Shosoku Oyakata. In seguito, Azato pensò di creare un Kata di remo e modificò il proprio remo in modo che il taglio della pala (nami-giri) risultasse così affilato da poter tagliare. Il remo è inoltre un'arma molto adatta ad eseguire le tecniche di sunakake (gettare la sabbia negli occhi). Quest'attrezzo viene anche chiamato ryoshi no Katana (la spada dei pescatori).
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