Sensei Hiroshi Akamine

Nel 1960 Hiroshi Akamine iniziò la sua formazione nel karate all’età di 6 anni sotto la guida del padre.

Nel 1968, Akamine studiò l'arte del tinbe/rochin (scudo e lancia corta) sotto la guida del maestro d'armi Shinken Taira, primo presidente della Ryūkyū Kobudō Hozon Shinkokai.

Akamine iniziò la sua formazione nell'arte delle armi proprio con Sensei Taira all'età di sette anni, quando Taira visitava periodicamente il dojo di suo padre.

Ryūkyū Kobudō Shimbukan

Il dojo ha superato il 50° anniversario di attività.

Lo Shimbukan Dojo è stato aperto per la prima volta nel 1971 da Eisuke Akamine Sensei, uno studente di Ryukyu Kobudo Sensei Shinken Taira e Seiichiro Higa. Nel 1999 Eisuke Akamine Sensei morì e lo Shimbukan Dojo fu rilevato da suo figlio Hiroshi Akamine Sensei, che è il presidente dello Shimbukan. Attualmente, Hiroshi Akamine Sensei detiene Hanshi Kyu Dan (cintura nera di 9° grado) delle arti marziali tradizionali Ryūkyū e Hanshi Kyu Dan (cintura nera di 9° grado) di Shorinryu Karate Do.

Ogni anno, studenti da tutto il mondo vengono a Okinawa per allenarsi allo Shimbukan. Al dojo, ci si può concentrare sulle basi e imparare a usare armi come bo, sai, nunchaku, tonfa, eiku e molte altre. Hiroshi Akamine Sensei ha viaggiato più volte all'estero tenendo seminari e si è impegna costantemente per lo sviluppo del Karate e del Kobudō di Okinawa all'estero.

La storia del Kobudō

E’ difficile ricostruire la storia di come il Kobudō si sia sviluppato a Okinawa. Principalmente le tradizioni di questa arte venivano tramandate oralmente per molte generazioni prima che ne venisse scritta anche solo una minima parte.

Le tecniche erano attentamente tenute segrete e gli allenamenti venivano spesso fatti di nascosto. Infine quasi tutti i documenti scritti sull’argomento sono andati distrutti a causa delle battaglie, dei bombardamenti e degli incendi che seguirono la seconda guerra mondiale.

Molto si deve all’opera di Taira Shinken (1897 – 1970) che viaggiò in lungo e in largo per le isole Ryūkyū e raccolse le tecniche riguardanti 42 kata che prevedevano l’utilizzo di otto armi tradizionali. Il suo impegno, e quello di molti altri maestri, consentirono che questo patrimonio di conoscenze non andasse del tutto perduto.

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